Trattato sul potere e il primato del Papa

Il “Trattato sul potere e il primato del Papa” è un’opera scritta da Melantone nel 1537 ed è contenuta nel Liber Concordiae.

Il Trattato è molto importante perché è la prima dichiarazione ufficiale sulla posizione dei Luterani nei confronti del Papato attraverso tre punti fondamentali:

  1.  Il Pontefice di Roma non è, per diritto divino, superiore agli altri Vescovi né è il capo assoluto della Chiesa;
  2.  il Papa, come anche i Vescovi, non ha l’autorità civile per diritto divino
  3.  la teoria cattolica secondo la quale la fedeltà al Papa sia una conditio sine qua non per la salvezza dell’anima, come affermato nella Bolla Pontificia “Unam Sanctam Ecclesiam” emanata da Papa Bonifacio VIII il 18 novembre 1302, è ritenuta errata, in quanto contraddice il principio del “Sola Fide”.

Questi punti spiegano come le pretese papali siano contrarie al Vangelo e come il rifiuto di queste pretese sia, non solo la posizione di Lutero e di altri studiosi, ma di tutti coloro che in seguito diverranno la Chiesa Luterana.

Questo Trattato fu ratificato e sottoscritto da tutti i teologi riuniti a Smalcalda come appendice alla Confessione di Augusta che, a causa della ferma opposizione dell’Imperatore Carlo V, non aveva un articolo che trattasse la questione del papato nello specifico.

(Papa Pio XII portato in spalle sulla Sedia Gestatoria con baldacchino e ventagli di piume, tipico esempio di come degli eccessi del Papato rimasero fino a metà '900; da notare sul retro una statua di un Pontefice incoronato con una Tiara papale, corona che simboleggia il Papa come: Padre dei Principi e dei Re, Rettore del Mondo e Vicario di Cristo in Terra, tutti eccessi criticati nel Trattato di cui abbiamo appena parlato.)


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